martedì 11 giugno 2013

Un etto di saggezza, per favore.

Devo smetterla di dare il beneficio del dubbio alle persone. Da che mondo e mondo essere comprensivi e chiudere non uno, ma due occhi, non paga. Ti sforzi di essere una brava persona, di mettere in pratica quello che i tuoi genitori ti hanno insegnato in ventiquattro anni, ma niente. La gente non ragiona tutta allo stesso modo e ti senti dire "Potevi leggerlo su facebook" da persone che ti chiamano irresponsabile non sapendo nulla di te e che fanno i coperchi al proprio sangue. Chi l'ha detto che l'età fa la saggezza? I vecchi saggi, quelli con la barba lunga che abitano sulle montagne, sono saggi perché vecchi, o semplicemente sopravvalutati?
Il rispetto e il savoir faire sono due cose che mi hanno sempre affascinato. Il primo tutti lo pretendono, il secondo tutti se lo riconoscono. Ma se volessimo fare una statistica, sono sicuro che somiglierebbe alla percentuale degli italiani che dice di parlare l'inglese (66,2%) e della percentuale di quelli che lo parlano realmente (23,9%, fonte Censis 2012). Un abisso.
Guardo le piantine che crescono sul mio davanzale. Felicità, la loro: un po' d'acqua al mattino, un po' di sole e crescono che è una meraviglia. Peccato non abbiano raziocinio. Un po' come certa gente, insomma.
Dicono che la matematica sia importante, in questi giorni ho flash di quando mia mamma mi costringeva a studiare le tabelline chiuso in camera... 2x0=0, 2x1=2, 2x2=4... Quanto odio la matematica! Piuttosto, a mio parare dovrebbero insegnare come si sta al mondo. I bambini verrebbero educati dai genitori e instradati dagli insegnanti, in modo che non vivano in una campana di vetro. Ogni scarrafone è bello a mamma soja, e poi ci stupiamo se ci chiamano mammoni.
Tutto questo per dire che non bisogna mai circondarsi di persone che non si conoscono davvero: solo poche volte (purtroppo) si ha davvero fortuna.