giovedì 20 settembre 2012

What if...

Mi fanno tenerezza le persone che parlano con gli animali e li guardano, quasi ad aspettarsi una risposta. In fondo un animale, per quanto piccolo o grande sia, non è altro che un essere che risponde al nostro desiderio di riversare amore su un altro essere vivente. E con lui vengono i problemi.
A volte mi stupisco di come velocemente le cose cambino. Solo due settimane e Padova mi sembra completamente diversa: forse sono io ad aver vissuto dieci anni a Timbuctu, senza rendermene conto, o, forse, in Sicilia il tempo scorre più lentamente. Qui la vita è frenetica, c'è chi parla di grandi progetti e c'è chi, chiuso nella sua stanza, vede il mondo scorrere ad un'altra velocità. Tic... tac... tic... tac. E la voglia di scappare mi assale.
Molto spesso mi ritrovo a pensare al passato e immaginare (o almeno provare) cosa sarebbe stato se. Adesso potrei essere uno studente universitario straniero in terra straniera, con un ragazzo amorevole e con un accento sexy al mio fianco da quattro anni. Ed invece sono qui, intrappolato nella mia stanza in una prigione autoinflitta in cui, alla fine del giorno, mi sento sereno. Tutti i problemi, tutti i nervosismi, tutte quelle cose che mi fanno venire voglia di urlare come un ossesso sono fuori. Niente di negativo può entrare in questi venti metri quadrati (a parte le zanzare, quello è ovvio!).
Ultimamente non ho voglia di fare niente. è così che funziono, più ho da fare e meno faccio. Forse è autolesionismo, o forse è solo depressione. Chissà. Ho deciso che un giorno farò terapia, come Ally McBeal o qualsiasi professionista americano che si rispetti. Penso ci siano cose di cui non si può parlare che con uno sconosciuto, e se lo paghi, di certo sarà costretto ad ascoltarti. Questo mi affligge. Sembra che in questo periodo sia troppo incline ad aprirmi con chi non ha mai visto questo mio lato di me... E si annoia. Devo essere estremamente noioso dall'esterno. Ecchissenefrega. Il mio futuro terapeuta dovrà ascoltarmi, se vorrà i miei soldi.
Guardo la nuova puntata di X Factor US, che forse è meglio.

lunedì 21 maggio 2012

Fotografami questo.


La fotografia è diventata una moda. Basta aprire la home di facebook per realizzare quante persone hanno velleità di artista. Sì, ma solo quella.
Dato il crescente interesse per quest'arte giovane, proliferano i programmi di editing, le funzioni di una qualunque fotocamera e perfino i cellulari scattano foto da 1000mila megapixel. Bellissimo, ma mi chiedo se tutto questo sia veramente necessario. Che senso ha l'arte se la praticano tutti, e non contenti, questi tutti si autoproclamano sto gran cazzo di artista? E ragazzine urlanti ed osannanti acclamano il "fotografo" di turno, l'hipster, più o meno belloccio, che ha saputo immortalare una mosca appoggiata sul tavolo di un bar. Bello, complimenti, sei un artista! E quindi tutti ad improvvisarsi maestri di photoshop, a postare foto delle mattonelle della fermata di una qualunque stazione su instagram, a comprare reflex di questa o quella marca (sì, perché ovviamente c'è il TeamNikon ed il TeamCanon) da millanta € per poi vantarsene su twitter, su facebook, su google+ o su qualunque social network ti permetta di svangare le palle altrui. Sì, perché loro colgono l'essenza della vita, del mondo, della natura.
E sti cazzi!
(cit.)
Qualche anno fa ho conosciuto un ragazzo, che poi, anni dopo, ho incontrato qui a Padova, essendo lui della zona, che faceva arte: foto, pittura, poesia, romanzi, e chi più ne ha più ne metta. Nel 2006 era una mosca bianca, almeno tra le mie amicizie, e questo mi intrigava. Adesso la mosca bianca è chi non ha mai scattato una foto pseudo artistica per postarla in modo che tutti la vedano/commentino/ammirino. Non so come sia cominciata questa "rivoluzione" nel mondo dell'arte, magari sarebbe anche interessante studiarla a livello antropologico, ma potrebbe anche finire, adesso! Cosa c'è di meglio di un hipster con una reflex? Tutto?!
Sarà che io non so fare niente e mi accanisco contro gli artisti per invidia. Sarà...
Un solo appello: Vincent et Wolfgang Amadeus, orate pro me!

PS: A tutti coloro che vorranno seguire questo post come guida per diventare un hipster fotografo-barra-artista di successo dico solo che per essere davvero un artista bisogna vantarsi con chiunque della propria assuefazione al materiale fotografico, il che concerne lodare le 8432 macchine fotografiche non digitali, i 432 obiettivi, le 6542 macchine digitali in possesso, di cui, ovviamente, si dovrà imparare ogni specifica tecnica (non la si dovrà mai applicare, state pure tranquilli) per farsi passare come il super mega esperto in materia.

Bis bald, meine Lieben!

lunedì 19 marzo 2012

sabato 4 febbraio 2012

Wishing to be that down to earth.


Primo appuntamento. Ed io cos'ho in dosso? La calzamaglia.
Il mio oroscopo dice che devo essere artefice del mio destino e non lasciare che gli altri siano per me indispensabili. Come se rendersi completamente antisesso non fosse abbastanza.
In questi giorni troppi motivetti per la testa, ucraini e da cheerleader, ma un po' senza senso. Sicuramente è un esaurimento nervoso. La scorsa settimana ho pagato un pacchetto di sigarette il doppio, perché il distributore automatico non mi ha dato il primo pacchetto, ma sono troppo pigro per andare dal tipo a dirgli mi devi 4,20€. Troppo pigro per incazzarmi per il fatto che quello si sia visto con un altro. Troppo pigro per farmi dispiacere il fatto che a volte faccio cose che non dovrei fare per nulla al mondo. Never. Troppo pigro per fermarmi a pensare che sto ascoltando l'album che gli avevi detto che avrei ascoltato. Oh, wait. Scrivere un blog mi fa bene, mi fa mettere in ordine i miei pensieri. O forse no, ma almeno li scrivo. Sto pensando che quando avrò 90 anni, potrei rileggere tutto questo, chissà cosa ne penserò. Magari avrò anche io un marito che avrà un lapsus, scambiando sveglio con morto. E scarico the tourist, solo per rivedere una scena di 2 secondi, ripensando a quello che la mia adorata coinquilina mi disse quando uscivo con il mestrino. Di certo è più facile dare consigli e giudizi agli altri che essere obiettivi con sé stessi. Gioisco, ho scoperto l'acqua fredda. Ma penso anche al vino. Spesso e volentieri ho una brutta faccia di bronzo. Ma questo potrebbe essere un pregio. E fumavo, fuori, mentre cadeva nevischio, senza calze ed in pantofole, così, per rinfrescarmi le idee. Dal basso.
Ovviamente devo tornare con i piedi per terra, come di solito non faccio. No matter what he is.
Il disordine è di moda. Anche tra chi vive a casa con i genitori. E questo mi consola. Chiunque veda la mia stanza o fosse in grado di entrare nella mia testa (o semplicemente legga questo blog) si renderebbe conto che le due cose hanno molti punti in comune. Il verde per la speranza, il vecchiume misto agli arredi IKEA, oggetti regalatimi, oggetti affidatimi, oggetti lasciatimi ed ovviamente il caos. How can you ask to a person you barely know if he wanna come in? I must be insane.
Troppe cose già so, e mi piacciono quasi tutte, ma devo tornare con i piedi per terra, altrimenti so già come va a finire. Anche se la cosa delle tre A mi piace. E penso ad "Allison". Dovrei vedere la 18.
Ora mi sa che la smetto di scrivere senza coerenza, né coesione e mi faccio una bella carbonara. O qualcosa di altrettanto porco, perché tanto la ritenzione idrica ce l'ho già e di certo non voglio cambiare il mio regime alimentare per un uomo. No way. #FLW

domenica 29 gennaio 2012

Oggi il pranzo è la metafora della mia vita.

Oggi mi sento un po' così. Cosa vuol dire? Sono sboccato, svogliato, ascolto canzoni cantate da tanti artisti, tipo We are the world, we are the children, we are blablabla non me la ricordo più.
Il fatto è che voglio, ma non così tanto perché non so quanto mi si potrebbe ritorcere contro. O lo so? Forse è questo il problema: il mio essere calcolatore. E quindi faccio finta di niente, ma facendomi capire, subdolamente (anche se non so quanto riesca io con la mia poker face ad essere subdolo e non sgamabile).
Penso a tante cose in questi giorni: gli esami, la Polonia, la mamma, la Finlandia, la Provenza, la moto, New York, il fastidio che provo, i sentimenti che vorrei provare, ma che mi spaventano. Ripenso anche al passato, e ai discorsi tra me e me di questo Natale e il Discorso con la D maiuscola fattomi nella penombra della mia stanza e che era così vero, tanto da essere irreale.
Ieri ho scoperto la bontà dell'acqua tonica, oggi ho modificato (per l'ennesima volta) la mia bio su Gayromeo ed ho fatto il brodo di pollo che sembra venuto ottimo, sono sicuro sia tutto merito del sedano (l'acciu) che mia madre mette sempre e che io mi sono finora rifiutato di mettere. Ecco. La mia vita è un brodo di pollo. Ci metto io quello che voglio, pur avendo la sensazione che manchi qualcosa. Ma mi piace, specie se accompagnato da abbondante formaggio grattuggiato e pepe nero. Certo che la fame mi fa fare dei discorsi!
C'è anche il tiramisù oggi. Certo, stona un po', ma è buono comunque. Ecco, appunto.
Oggi il pranzo è la metafora della mia vita. Almeno di queste settimane. This Friday night, do it all again! Ma anche no, grazie.
Il 6 Febbraio ho il primo esame. Questo è uno di quei momenti in cui vorrei avere una macchina del tempo, per poter sapere già adesso come andranno gli esami, quali saranno le domande e quali le risposte. Anche il potere di bloccare il tempo (quello di Piper, ovviamente) mi ha sempre affascinato. Sarebbe utilissimo anche nei rapporti: Mi rompi il cazzo? Ti blocco e me ne vado in camera mia. E se sei in camera mia? Eh beh... quello sarebbe proprio un problema.
Ieri ho fumato quasi un pacchetto intero di Pall Mall azzure o Miami o azure, o come volete chiamarle, però ne è rimasta una. Sono combattuto se fumarla adesso e poi tornare al Golden, oppure fumarla poi.
Devo anche tradurre almeno sei pagine. Lo farò? Boh?
Ieri sera mi sono sentito un po' Yogi. Mangiavo la pizza in camera, chattavo e vedevo Private Practice. Spero questa non sia una premonizione, perché non vorrei finire grasso, brutto, peloso e puzzolente.
Ultimamente sono filopolacco, quindi almeno due esami andranno da dio!

sabato 14 gennaio 2012

Ecco, appunto.

"I primi segnali della tua nuova fase sono promettenti, ma non è ancora il momento di uscire del tutto fuori di testa."

Pare che questa settimana il buon caro vecchio Rob Brezsny voglia tagliarmi le gambe, dopo aver detto che ho il mondo in mano, settimana scorsa. Ecco perché non credo negli oroscopi!

We want it NOW!

Abbiamo fretta. Come se avessimo la sensazione di avere troppo poco tempo, o forse per impazienza di vivere quel tempo che vogliamo da (apparentemente) troppo tempo. Come se avessimo un piede nella fossa. Rido, pensando ad una telefonata di ieri (quella che alla fine mi ha convinto a scrivere questo post): "Ma ormai alla nostra età...!" Parole di un ultra quarantenne, non di un novantenne.
Come se la vita ci stesse scappando dalle mani, quindi, ci rivolgiamo alla prima persona che crediamo possa fare al caso nostro e, come se i rapporti sentimentali fossero un gioco, ci buttiamo a capofitto in storie senza fondamenta e, di conseguenza, senza nessuna solidità. Il fatto che vada bene, per anni, però, non vuol dire che siamo stati fortunati, vuole dire semplicemente che entrambi siamo troppo pigri per cercare un conflitto o per, addirittura, capirlo.
Ma la mia è la solita invidia. L'invidia che l'altra sera potevo leggere sulla faccia della futura (forse) coinquilina, mentre guardava la nuova coppia di fatto. Certo è che tra l'essere invidiosi, in maniera salutare, ed il volere quello che gli altri hanno, con queste premesse, è ben diverso.
Sono un cultore del "vivi e lascia vivere", pur presupponendo un'interpolazione relazionale come caratteristica fondamentale di una vita normale, dunque non è che perda il sonno pensando agli errori altrui, semmai li prendo  a modello per cercare di non farne di simili anch'io: dopotutto è anche così che una persona viene a conoscenza di ciò che può ampliare la lista delle cose giuste/sbagliate. Ed io vedo tante cose sbagliate.
Ho fretta anch'io. Il bisogno di avere qualcuno accanto, di passare del tempo di qualità o, semplicemente condividere un letto con qualcuno è primario, secondo me, oggi come ieri, come domani. Faccio anche io i miei sbagli, nonostante il mio presuntuoso snobbismo nei confronti di "chi sbaglia", ma, sapete, sono umano anche io, nonostante tutto. E quindi mi fisso su persone che non mi cagano e percorro solo i sentieri più tortuosi, rosicando a causa di quelli che sembrano avere tutto ed anche subito, pur essendo io una persona che tende a  perdere interesse nelle cose facili.
Certo che sarebbe proprio bello essere perfetti ed avere tutto quello che vogliamo! Bello, proprio!

domenica 8 gennaio 2012

Something to think on.

Oggi mi sento un po' così. Cosa vuol dire? Sono sboccato, svogliato, ascolto canzoni cantate da tanti artisti, tipo We are the world, we are the children, we are blablabla non me la ricordo più.
Il fatto è che voglio, ma non così tanto perché non so quanto mi si potrebbe ritorcere contro. O lo so? Forse è questo il problema: il mio essere calcolatore. E quindi faccio finta di niente, ma facendomi capire, subdolamente (anche se non so quanto riesca io con la mia poker face ad essere subdolo e non sgamabile).
Penso a tante cose in questi giorni: gli esami, la Polonia, la mamma, la Finlandia, la Provenza, la moto, New York, il fastidio che provo, i sentimenti che vorrei provare, ma che mi spaventano. Ripenso anche al passato, e ai discorsi tra me e me di questo Natale e il Discorso con la D maiuscola fattomi nella penombra della mia stanza e che era così vero, tanto da essere irreale.
Ieri ho scoperto la bontà dell'acqua tonica, oggi ho modificato (per l'ennesima volta) la mia bio su Gayromeo ed ho fatto il brodo di pollo che sembra venuto ottimo, sono sicuro sia tutto merito del sedano (l'acciu) che mia madre mette sempre e che io mi sono finora rifiutato di mettere. Ecco. La mia vita è un brodo di pollo. Ci metto io quello che voglio, pur avendo la sensazione che manchi qualcosa. Ma mi piace, specie se accompagnato da abbondante formaggio grattuggiato e pepe nero. Certo che la fame mi fa fare dei discorsi!
C'è anche il tiramisù oggi. Certo, stona un po', ma è buono comunque. Ecco, appunto.
Oggi il pranzo è la metafora della mia vita. Almeno di queste settimane. This Friday night, do it all again! Ma anche no, grazie.
Il 6 Febbraio ho il primo esame. Questo è uno di quei momenti in cui vorrei avere una macchina del tempo, per poter sapere già adesso come andranno gli esami, quali saranno le domande e quali le risposte. Anche il potere di bloccare il tempo (quello di Piper, ovviamente) mi ha sempre affascinato. Sarebbe utilissimo anche nei rapporti: Mi rompi il cazzo? Ti blocco e me ne vado in camera mia. E se sei in camera mia? Eh beh... quello sarebbe proprio un problema.
Ieri ho fumato quasi un pacchetto intero di Pall Mall azzure o Miami o azure, o come volete chiamarle, però ne è rimasta una. Sono combattuto se fumarla adesso e poi tornare al Golden, oppure fumarla poi.
Devo anche tradurre almeno sei pagine. Lo farò? Boh?
Ieri sera mi sono sentito un po' Yogi. Mangiavo la pizza in camera, chattavo e vedevo Private Practice. Spero questa non sia una premonizione, perché non vorrei finire grasso, brutto, peloso e puzzolente.
Ultimamente sono filopolacco, quindi almeno due esami andranno da dio!

giovedì 5 gennaio 2012

Let's do it again.

A volte mi sveglio.
Mi sveglio come se avessi dormito, o meglio, come se avessi vissuto la vita di un altro. Nella vita di tutti i giorni mi capita di non riflettere, di non pormi quelle domande ataviche tipo "chi sono?" "da dove vengo?" "dove vado?". Poi la realtà mi riporta con i piedi per terra e mi rendo conto che ho bisogno di pormi delle domande: quali sono le mie priorità? cosa voglio? dove sto andando a parare?
Oggi è molto semplice monitorare la gente. E pensare che c'è chi si ostina a pedinare e fare appostamenti! Basta andare su Facebook (niente di nuovo) e scorrere la bacheca di questa o quella persona: vedi le amicizie recenti, le foto, i post, fai 2+2 e tiri le somme. Improvvisamente, la presunzione di essere il centro dell'universo non sembra così sensata. E allora la realtà ti sbatte la porta in faccia. Non sei tu l'artefice del tuo destino, non completamente, per lo meno. Non sei tu a prendere alcune delle decisioni più importanti della tua esistenza, le prendono altri per te. È inutile fingere di avere tutto sotto controllo, quando, chiaramente, non è mai stato così. E ti fai assalire dalla nostalgia di quei tempi in cui tutto sembrava facile. Troppo facile. Talmente facile che hai mandato tutto per aria. E adesso piangi lacrime di coccodrillo, perché non hai quello che (forse) avresti potuto avere: un'altra vita, una di quelle felici (forse).
Accedi a skype, a questo o quel sito, sperando di vedere una notifica, un messaggio, una menzione; e invece il nulla. E ti chiedi perché. Perché non sei quello che gli altri vogliono, perché non fai al caso loro, perché sempre la solita storia, quella del "sì, mi piaci, ma lui mi piace di più". E sei patetico, ti fai schifo da solo e non vorresti sentirti così, ma essere forte come ti disegni. Puoi far finta di niente e andare avanti, dopotutto "quando si chiude una porta, si apre un portone", giusto? SBAGLIATO! Credo proprio che gli antichi (come li chiama mia nonna) siano stati dei veri burloni e che abbiano inventato i proverbi solo per farsi delle grasse risate a spese dei creduloni che avrebbero abboccato a queste frasi massime da biscottino della fortuna. Che biricchini!
Alla fine chi vuol essere dipendente da qualcuno o qualcosa? Non io.
Eppure. Eppure sento il bisogno di qualcosa in più, di qualcosa che non so. E no, non ho bisogno di te, Ambrogio!
Molte domande e nessuna risposta, tante risposte e nessuna domanda. What a mess! E ripensi al passato, prendi atto del presente e fantastichi sul futuro. Sì, il futuro. "Dove ti vedi tra 20 anni?". Rimbomba nella mia mente la voce di mia nonna: "E tu non ce l'hai la ragazza?" e la mia solita risposta "Per adesso devo solo studiare, non ho tempo". E penso a chi per lo studio e la carriera si è precluso il resto, deprimendomi. Se fossi davvero artefice del mio destino, di certo non avrei bisogno di riflettere: avrei già tutto quello che voglio, a portata di mano. E invece aspetto un sms, una mail, un vaffanculo, qualcosa che mi faccia capire che ho il mio posto nel mondo. Hai perfino inviato messaggi a destra e a manca per Natale e Capodanno, per giustificare a te stesso quell'unico sms. E lui non s'è degnato neanche di rispondere un "anche a te", ma t'ha fatto sentire inadeguato. Fanculo!? Se, magari.
Apri skype e ti scrive il mondo, ma non l'unica persona che vorresti. Alanis direbbe che tutto ciò è ironico, io dico che tutto ciò è una merda. E non ho parlato degli altri! Quegli altri che hanno tutto quello che vorresti tu e l'hanno pure avuto senza problema alcuno (apparentemente). L'odio.
Le luci di Natale, in giro per le strade della città, mi mettono allegria. Non c'è niente di più bello che girare per le strade della città, guardando le vetrine addobbate a festa, vedere la gente con pacchi e pacchetti, comprare cazzate, solo per avere anche tu dei sacchetti e sentirti positivamente e festivamente consumista. Poi arriva l'epifania che tutte le feste porta via, e la magia svanisce. Non mi resta che sperare nella neve. Sogno pupazzi con bottoni per occhi e angeli.
Spesso mi trovo troppo romantico, ai limiti della sopportazione umana. Ma gli altri non lo capiscono, secondo me.
Non so cosa darei per sentire i pensieri degli altri: tutto sarebbe molto semplice. In alternativa, mi accontenterei di essere invisibile per poter spiare i tuoi discorsi con gli amici. L'anno prossimo scrivo a Babbo Natale!
Chissà come sarebbe la mia vita, se quel 9 Marzo non avessi preso l'aereo?
Meglio non pensarci e far finire il post qui.