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lunedì 8 giugno 2015

Welcome to my own self.


Before taking the English Literature class I've never done much thought about identity. I mean, I have, but I haven't really understood what it might have meant in my personal life.
Who am I? Am I a product of the society I'm in? Am I the product of my parents' education? Am I what I study? Or am I the people I surround myself with? And finally, is there a right question?
Last night I had the canche to figure out "on my own" who I am.
Who am I when in a relationship? I thought I found the one, I really did. And then the one turned his back on me. And my world crumbled. What If I say I was built on brick of carelessness and crumbs?  Then I tried to get myself back up, and step by step I did. Or so I thought. Trusting anyone may be tricky, bare naked in front of a person may be devastating. Devastating in a way that isn't either positive or negative, just devastating.

[...] Solitude fits me like a glove.

I did, I bared my soul naked in front of him and he used that against me. He used what I cherish most, the ME I so hardly have built rejection by rejection, sadness by sadness, piece by piece as I tried to put them together, once they tore me to shreds. He used my identity against me. 
Who am I? 
I thought I was the kind of person no one could put down any more. And I was wrong. So wrong. If a relationship doesn't work, it simply doesn't, but what if the problem is you? 
And so I tried to be numb and act as everyone else act: carefreely and stupidly. That wasn't always my cup of tea. Unfortunately I always knew I'm not the whoring around kind. I don't long for casual sex, I want to be loved, embraced and kissed. I want love, not lust. And how do you find love in a lust-ruled world? Well, let me know, if you find out.
Who am I?
I am the one who does what he wants. And no one can ever say otherwise. Accept me for who I am, not for what I'm supposed to be.
Yeah, that's who I am. I am me. Always and forever, even if it means that I'll die an old maid with five hundred cats. And my forties are fast approaching.

I know you'll read this, and I know you'll find it hard to understand. They would say it was well played, because yes, it was intentional.

sabato 28 marzo 2015

I would give it all to not be sleeping alone.

A volte credo il problema sia io, altre volte mi rendo conto che è il mondo, altre volte mi chiedo se non sia possibile che, in mezzo a più di sette miliardi di anime, ci sia una, dico una, persona che la pensi come me. Molte volte mi convinco di no, rimanendo convinto di no. A volte, però, può capitare che il mio cuore sussulti. Finalmente c'è una persona che sembra essere spirito a me affine. Kindred spirits. Sembra. E t'illudi di aver trovato la felicità nelle piccole e nelle grandi cose. Beata ignoranza!
Su una panchina me ne stavo a guardare le margherite. Com'è possibile che quelle margherite che una volta in me instillavano la gioia del risveglio, adesso mi guardavano con un'aria malinconica? Quasi come un vecchio amico che, per strada, fa finta di non conoscerti. E lo sentivo parlare e sentivo le parole uscire dalla mia bocca, chiedendomi se in un'universo parallelo quella conversazione portasse ad un altro risultato. E aspettare su quella stessa panchina attonito che facesse la sua uscita di scena. Una scena surreale. E pensare che fra tre mesi sarà diverso, io sarò diverso. E provare sollievo.
E avere la testa piena di una sola persona, ancora una volta e sentirsi parte di qualcosa. E ti rendi conto che forse sei solo tu a costruire un castello di sabbia sulle fondamenta bagnate della tua mente. Non reggerà, o no. Non reggerà.
If I could buy forever at a price, I would buy it twice. E per farci che? Per passarlo da solo?
Mi guardo attorno. "Cerchi?" "Sesso"
Che senso ha? Che senso ha cercare fugaci momenti di euforia, quando la notte dormiamo da soli? Ecco, io vorrei quello, non dormire da solo. I would give it all to not be sleeping alone.
Non posso vendermi meglio, non ci riuscirei. Questo sono, permaloso, imperfetto, razionale, cinico, simpatico a volte, inappropriato altre, famelico, introverso e logorroico tutto insieme. Ho fatto i miei errori, ne faccio tutt'ora e continuerò a farne. Non posso farci niente. Chi mi ama mi segua e chi non mi ama, beh, fate un po' come credete. Live and let live, my friends, and I'll live by my rules.
Chissà, magari là fuori c'è qualcuno che si fa le mie stesse domande ed arriva alle mie stesse conclusioni. Mi piacerebbe chiacchierarci. Magari è pure single.
Poi magari mi spiegate che senso ha essere fidanzati, iscriversi alle app/siti di incontri e contattarmi. Non voglio altri amici. Già trascuro quelli che ho, figuriamoci "amici" nuovi, che si offendono pure se non gli scrivo. Circolare! Non c'è niente da vedere.
Se la pazzia è la ripetizione di uno stesso comportamento, aspettandosi un risultato diverso, sia io che LaCagnaMaledetta&Isterica siamo pazzi. Lei abbaia, aspettandosi, forse, che qualcuno la liberi, io continuo a sbattere la testa su persone che non possono/vogliono/riescono a darmi niente.

giovedì 26 marzo 2015

When the music speaks of you. (part V)


I've driven round in circles for three hours
It was bound to happen that I'd end up at yours
I temporarily forgot there's better days to come
I thought that I would give it just one more chance

Cos I want, tonight, what I've been waiting for
But I found, tonight, what I'd been warned about

You think that you are complicated, deep mystery to all
Well it's taken me a while to see, you're not so special
All energy no meaning, with a lot of words
So paper thin that one real feeling, could knock you down

And I've seen, tonight, what I'd been warned about
I'm gonna leave, tonight, before I change my mind

So see you when your 40,
Lost and all alone
Being comforted by strangers you'll never need to know

Not sad because you lost me but sad because you thought
It was cool to be sad
You think misery will make you stand apart from the crowd
Well if you had walked past me today
I wouldn't have picked you out
I wouldn't have picked you out

Now I've seen, tonight, how could I waste my time?
And I'll be on my way, and I won't be back

Cos I've seen, tonight, what I've been warned about
Your just a boy, not a man, and I'm not coming back.

PS: Burning bridges isn't that big of a deal, if those bridges haven't even been walked on.

venerdì 23 gennaio 2015

Vorrei.

Vorrei tu voltassi e mi dicessi "ho fatto una cazzata". 
Vorrei mi scrivessi per dirmi che ti manco. 
Vorrei mi dicessi che non vuoi il mondo, vuoi me. 
E mi sento in un romanzo rosa, dove alla fine la ragazza trova il suo amore o la favola dove tutti vissero felici e contenti. 
Ma questa è la vita. Non è un film, non è un libro, non è una favola. Ed io sono qui da tre giorni. 
Il mio letto è caldo. Merito della termocoperta, quella che scordavo sempre di accendere quando dormivi da me. I cuscini mi circondano, ne ho fatto una reggia, come quando ero piccolo.
Il mondo è più appetibile di una sola persona, lo so. Been there, done that. Questa volta, però sono io da questa parte della porta. E sono ancora furioso perché non mi hai dato la possibilità di parlare. Peggio ancora, non hai dato una possibilità al noi. Un noi, che a quanto pare, stavo portando avanti da solo. 
Mi hai ferito. No, non è un film, non è un libro, non è una favola. Questa è la vita. 

This is how it goes, or is it?

Six months. That's the time I have to wait for this post break-up feelings to be over. That's the theory right? 
It's been three days since I saw him last. And I'm dying inside. No text messages, no whatsapp, no nothing. How am I supposed to overcome these six months I have ahead? I'm trying my best to leave him alone, let him focus on his exams, because I know that that's what he wants. But what about me? What about what I want? How should I act in a situation like this that is so hard? 
I wonder how people do that around the world. You know, people chat, people get together, people get engaged and marry all the time. Even right now someone's finding their soul mate, I guess. And I'm here. Three days in a row, in the dark of my room, trying to distract myself with the real housewives of New York. They fight, they go at each other, they work, they diss, and I'm here, in the dark of my room. 
Is there hope? Is there not? Can someone hand me a crystal ball? Some tarots? Something? Anyone? 
I guess this is just how it goes, they leave, we suffer. The problem is that I don't think this is how it should have gone. I think this is not the way I wanted my relationship to end. Any kind of relationship I'm invested in, anyway. 
The dog barks and I'm in the dark. 

giovedì 22 gennaio 2015

Il galateo delle rotture.

Qual è il galateo delle rotture? Il tuo ragazzo ti lascia e tu sei lì a flagellarti perché non hai fatto quella cosa o non hai detto quell'altra. 
Ora mettiamo il caso che in un anno hai fatto amicizia con i suoi amici. Loro ti scrivono, per educazione, per gentilezza, o perché sinceramente interessati a come stai. Cosa fai? Gli dici che il tuo ex è uno stronzo, un bastardo e che gli auguri solo il male (se la rottura è stata intensa) oppure cerchi di addolcire la pillola? 
Dopotutto sono i suoi amici, non i tuoi. Non prenderanno mai una parte, e se la prenderanno non sarà mai la tua, anche nella remota possibilità che volessero farlo. 
È questa forse la prima regola implicita del galateo? 
Poniamo sempre il caso che i suoi amici, nel tempo, siano diventati anche i tuoi, e che quindi nella situazione odierna ti scrivano perché sapere come stai. Cosa fai? Gli scrivi dicendo che il tuo ex è un pezzo di merda e vorresti fosse sbranato da un branco di lupi mannari? Se la risposta è sì, è meglio ripensarci, prendere il respiro, contare fino a 10 e trattenersi, perché comunque sia andata loro sono i suoi amici. Seconda regola del galateo. 
Terza regola. Sono cinque gli stadi del dolore, il primo è la negazione ed il secondo la rabbia. Ecco, non parlare mai con gli amici durante il secondo stadio, per non fare la figura della vittima ferita, o, peggio ancora, dello stronzo senza cuore, perché comunque stai parlando male del loro amico. 
Quarta ed ultima regola del galateo delle rottura: tenere sempre a mente che essere lasciati (ed in pochissimi casi, lasciare) è sempre una situazione-pigna in culo, dunque seguire l'etichetta è sempre bene per apparire posati, moderati e di classe, anche se un buco nero vi sta inghiottendo progressivamente il cuore e la testa. 
Breakups suck. 

mercoledì 21 gennaio 2015

Se solo esistesse un manuale d'uso...!

Non so cosa dire. 
Sono arrabbiato, sono triste, sono deluso, non so se scriverti sia una buona idea, oppure no, non so se dovrei darti spazio, oppure no. Non so niente. So che dalla mia prospettiva un giorno era tutto a posto, ed il giorno dopo eravamo due estranei. Non riesco a darmi pace, non posso e non voglio. Vorrei evitare di aver detto cose che ti hanno spaventato, fatto cose che ti hanno interdetto,. 
Vorrei che tutto fosse diverso. E non lo è.
Sono stato io cieco o sei stato tu bravo a non lasciar trasparire cosa ti frullava in mente? Non so più niente. Niente. E il niente è quello che adesso ho. Sembra una di quelle canzoni stracciapalle che mi piacciono tanto. Quelle canzoni di cui guardavo i video piangendo, mentre tu mi prendevi in giro. "sei senza cuore" ti dicevo. 
Tutto sembrava perfetto. E non lo era. 
Queste cose dovrei dirle a te, ma non ci riesco. 
Estranei a partire da ieri, canta Alessandra Amoroso, ed io non so più chi sei. 

martedì 11 giugno 2013

Un etto di saggezza, per favore.

Devo smetterla di dare il beneficio del dubbio alle persone. Da che mondo e mondo essere comprensivi e chiudere non uno, ma due occhi, non paga. Ti sforzi di essere una brava persona, di mettere in pratica quello che i tuoi genitori ti hanno insegnato in ventiquattro anni, ma niente. La gente non ragiona tutta allo stesso modo e ti senti dire "Potevi leggerlo su facebook" da persone che ti chiamano irresponsabile non sapendo nulla di te e che fanno i coperchi al proprio sangue. Chi l'ha detto che l'età fa la saggezza? I vecchi saggi, quelli con la barba lunga che abitano sulle montagne, sono saggi perché vecchi, o semplicemente sopravvalutati?
Il rispetto e il savoir faire sono due cose che mi hanno sempre affascinato. Il primo tutti lo pretendono, il secondo tutti se lo riconoscono. Ma se volessimo fare una statistica, sono sicuro che somiglierebbe alla percentuale degli italiani che dice di parlare l'inglese (66,2%) e della percentuale di quelli che lo parlano realmente (23,9%, fonte Censis 2012). Un abisso.
Guardo le piantine che crescono sul mio davanzale. Felicità, la loro: un po' d'acqua al mattino, un po' di sole e crescono che è una meraviglia. Peccato non abbiano raziocinio. Un po' come certa gente, insomma.
Dicono che la matematica sia importante, in questi giorni ho flash di quando mia mamma mi costringeva a studiare le tabelline chiuso in camera... 2x0=0, 2x1=2, 2x2=4... Quanto odio la matematica! Piuttosto, a mio parare dovrebbero insegnare come si sta al mondo. I bambini verrebbero educati dai genitori e instradati dagli insegnanti, in modo che non vivano in una campana di vetro. Ogni scarrafone è bello a mamma soja, e poi ci stupiamo se ci chiamano mammoni.
Tutto questo per dire che non bisogna mai circondarsi di persone che non si conoscono davvero: solo poche volte (purtroppo) si ha davvero fortuna.

martedì 12 marzo 2013

Non serve a niente nascondere la polvere sotto il tappeto.

Per molti è facile addossare la colpa agli altri, io invece ho sempre trovato più semplice addossarmela io, forse perché so, in fondo, di essere sempre in torto, quando si parla del rapporto con gli altri, forse perché effettivamente lo sono.
Ad ogni modo, non serve a niente nascondersi dietro un muro, quando quel muro non è pronto neanche a combattere per te. Sì lo so, un muro non può combattere, tutt'al più schermare, ma se non fa neanche quello, allora demolitelo. In questi giorni è tutta una questione di rank, livelli ed enhancement. Forse anche io sono pronto a passare di livello, ma devo aspettare di passare il rank.
Qualche giorno fa ti ho detto che una cosa non è vera solo perché la si nomina, spiegando che questa è la mia visione quando si parla di Dio. Adesso ti chiedo scusa per il tempo perso.

giovedì 10 gennaio 2013

Ma il mio cuore batte di nuovo.

"Sento il tuo cuore", e lo sentivo davvero, mentre il mio trottava. Ero felice, tutto il mio mondo era in una stanza. Poi, tutto è crollato. D'improvviso quella stanza era per me l'inferno e il cuore non batteva più con la stessa intensità, non batteva per la stessa ragione.
Ripensare al passato è una cosa che cerco di evitare, ma è uno di quei propositi che, come la dieta o andare in palestra, non mantengo mai. Dieci giorni sono passati dall'inizio dell'anno e non ho avuto tempo (leggi: voglia) di pensare a cosa fare di questo 2013. Ho aspirazioni, ho traguardi, ma poche, se non nessuna certezza. So solo che il cuore ha ricominciato a battere, gli occhi si sono asciugati da tempo, la vita è cambiata. Il tempo passa, le persone vanno e vengono. Nuovi problemi dentro al petto, nuove sensazione dentro alla testa.
Dove mi vedo tra un anno? Quando cerco di vedere nel futuro o, per lo meno, di immaginarlo, la costante è sempre una, la solitudine. Sono cresciuto molto, mio self-consciousness è aumentato. Ho imparato a stare da solo, ad ascoltarmi, a fare un esame di coscienza ogni trenta secondi. Sarà per questo che adesso mi sento in questo modo?
Cosa sono le sensazioni? Chi sa spiegare cosa siano l'amore, la tristezza, lo sconforto, la mancanza, il lutto. Sono passati sette anni e tutto è cambiato. "Anche i greci lo facevano". Già, ma soffrivano anche loro?
Solo adesso mi accorgo che oggi è il 10 di Gennaio. Perché certe date non le si scordano mai? Qualche giorno fa leggevo di un sito olandese che forniva servizi a chi intendesse sbattezzarsi. Ci ho pensato più volte anch'io, dicendomi tutte le volte che era più importante quello che si crede, che avere o meno il proprio nome su un pezzo di carta, da qualche parte in una chiesa. Non è il battesimo religioso che ha fatto di me quel che sono oggi. L'11 Gennaio è la vera data. C'è chi crede nella metempsicosi, io credo nella rinascita. Una è quella naturale, quella durante la quale urli, strilli e piangi e un medico ti tiene come un coniglio, sculacciandoti il sederino. L'altra è quella nella quale una determinata esperienza o rivelazione ti fa capire chi sei. E quel che viene dopo è la vita.
Chissà se si può rinascere più e più volte?
Mia mamma dice che sono nato con la camicia ed è questo che mi ha fatto, finora, ottenere tutto quello che ho voluto. Io sono più razionale, non credo alle credenze popolari o alle superstizioni, le ho sempre trovate stupide, anche se mi affascina capire perché la gente crede che un gatto nero porti sfortuna, o che bisogna toccare ferro/legno quando si dice qualcosa di infausto. Chissà, però, se mi sbaglio. Magari tra vent'anni scoprirò che mia mamma aveva sempre avuto ragione.
Ultimamente penso troppe volte alle date di scadenza. Ha senso iniziare qualcosa che ha una data di scadenza? Forse. Dopotutto mi rendo conto dell'effetto sorpresa nella mia vita. Non era di certo a Padova che mi immaginavo di essere sette anni fa.
10 Gennaio 2013 e non ricevo più i tuoi messaggi, ma il mio cuore batte di nuovo.

domenica 6 gennaio 2013

La necessità di chiamarli meggins.

Ogni volta che torno Ragusa mi trovo a riflettere sul cambiamento. È il 2013 e molte (forse troppe) cose sono cambiate, dalla famiglia alla mia vita. Cinque anni fa ero ancora un liceale intrappolato in una città troppo piccola ed adesso sono uno studente universitario con uno sguardo verso l'ester(n)o. Le mie riflessioni natalizie si riassumono in un'autocitazione "alla mia età ho la presunzione di avere il mondo ai miei piedi". Io, il problem solver, il ragazzo con velleità da crocerossina.
La cosa più fastidiosa è non riuscire a trovare una soluzione a tutto ed una risposta a qualsiasi domanda. Ultimamente mi guardo in giro: vedo superficialità e paura. Perché non riusciamo ad andare oltre o ad ascoltare il nostro cervello? Camminare per la strada, sognando di indossare un poncho e capire che la sola differenza tra lei e me, è che io seguo la testa, lei il cuore. "Credi in te, ascolta il tuo cuore". Perché è così difficile buttarsi a capofitto in una storia e viverla come viene? Perché dall'altra parte si trova un muro, e quando non c'è, lo costruiamo noi (leggi: lo costruisco io)? Confusione e timore. Forse.
Un sabato sera a Modica. La gente mi guarda. Sono forse un alieno? È vero, forse non tutti avranno due piercing sul collo, forse non tutti passano la serata a tradurre i nomi dei gruppi d'oltremare. Perché quella che è stata casa mia, per 19 anni, adesso mi sembra Marte? Vedo la gente di cattiv'occhio, con pregiudizio. Di solito non sono così. Di solito cerco di conoscere una persona prima di dare un giudizio. When in Rome... Eppure è quella cultura che mi ha forgiato, insieme ad una multiculturalità ed un plurilinguismo familiare.
Voglio andare via. Quante volte al giorno me lo dico? Ed adesso che ho avuto la benedizione di chi di dovere, la cosa potrebbe essere realtà. Ma a quale prezzo? "Ti farà soffrire!". Può darsi, non sarebbe né la prima né l'ultima. Ha una sua vita, io una mia.
Non avevo ancora notato che quando è arrabbiato sbatte la gamba come ho visto fare tante volte a mio padre e a mio nonno. È una cosa carina. Chissà se se ne rende conto. "Si vede che sei cotto". Chi, io?
"Le cose andavano meglio quando c'era tuo nonno, la metteva in riga!" Non mi piace pensare a chi non c'è più, è una cosa che mi mette tristezza. La vita è come la pasta al forno: la mangio sempre troppo di fretta ed in un attimo è finita. Eppure mi manca. Troppe lacrime versate durante questo Natale. Di tristezza, di stress, di gioia. A volte fa bene piangere, le lacrime sono il diuretico della mia anima.
Prima di partire ho letto un articolo nel quale si diceva che, se vivi fuori e torni a casa per le vacanze, le persone del tuo passato ritornano. Poteva anche dirmi qualcosa che non so. Quando si tratta di rapporti interpersonali, il passato è passato. Perché ripassarlo?
Mille cose da fare, zero voglia. Mille cose da dire, nessuno a chi volerle dire veramente. È questa la vita in fondo? Indecisione? Chissà cosa ne pensava ogni singolo filosofo, in realtà. Studiando Kirkegaard, Anassagora e Comte, l'idea che fossero solo dei fattoni non sembrava così inverosimile. Loro erano uomini, io sono un uomo. Li capisco. Dicono che Einstein non volle mai ammettere che l'universo avesse una data di scadenza. Riesci a biasimarlo? Se sì, pensa solo che gli scienziati stanno studiando il modo di renderci immortali. Unisci i punti per formare la figura.
Chi non scopa a Capodanno, non scopa tutto l'anno. Io ho vomitato. 2013 bulimico? Ho comprato una sciarpa simile ad una che avevo già e mi trovo a riflettere: in fondo la mia vita è così, perché prendo un doppione, dimenticando l'originale? "Il passato è passato." Ah, vero!
Ho perso l'ispirazione. Per la tesi, per questo blog, per le decisioni importanti. O forse la mia è solo pigrizia? Una volta ho letto che Bill Gates predilige le persone pigre, perché più ricche d'inventiva. L'accidia come vanto. Ma chi ha il coraggio di negare che stare a letto, invece di alzarsi, sia una cosa meravigliosa?
...
Sono le 13.02, alza il culo e vai a cucinare!

a Giacomo.

giovedì 5 gennaio 2012

Let's do it again.

A volte mi sveglio.
Mi sveglio come se avessi dormito, o meglio, come se avessi vissuto la vita di un altro. Nella vita di tutti i giorni mi capita di non riflettere, di non pormi quelle domande ataviche tipo "chi sono?" "da dove vengo?" "dove vado?". Poi la realtà mi riporta con i piedi per terra e mi rendo conto che ho bisogno di pormi delle domande: quali sono le mie priorità? cosa voglio? dove sto andando a parare?
Oggi è molto semplice monitorare la gente. E pensare che c'è chi si ostina a pedinare e fare appostamenti! Basta andare su Facebook (niente di nuovo) e scorrere la bacheca di questa o quella persona: vedi le amicizie recenti, le foto, i post, fai 2+2 e tiri le somme. Improvvisamente, la presunzione di essere il centro dell'universo non sembra così sensata. E allora la realtà ti sbatte la porta in faccia. Non sei tu l'artefice del tuo destino, non completamente, per lo meno. Non sei tu a prendere alcune delle decisioni più importanti della tua esistenza, le prendono altri per te. È inutile fingere di avere tutto sotto controllo, quando, chiaramente, non è mai stato così. E ti fai assalire dalla nostalgia di quei tempi in cui tutto sembrava facile. Troppo facile. Talmente facile che hai mandato tutto per aria. E adesso piangi lacrime di coccodrillo, perché non hai quello che (forse) avresti potuto avere: un'altra vita, una di quelle felici (forse).
Accedi a skype, a questo o quel sito, sperando di vedere una notifica, un messaggio, una menzione; e invece il nulla. E ti chiedi perché. Perché non sei quello che gli altri vogliono, perché non fai al caso loro, perché sempre la solita storia, quella del "sì, mi piaci, ma lui mi piace di più". E sei patetico, ti fai schifo da solo e non vorresti sentirti così, ma essere forte come ti disegni. Puoi far finta di niente e andare avanti, dopotutto "quando si chiude una porta, si apre un portone", giusto? SBAGLIATO! Credo proprio che gli antichi (come li chiama mia nonna) siano stati dei veri burloni e che abbiano inventato i proverbi solo per farsi delle grasse risate a spese dei creduloni che avrebbero abboccato a queste frasi massime da biscottino della fortuna. Che biricchini!
Alla fine chi vuol essere dipendente da qualcuno o qualcosa? Non io.
Eppure. Eppure sento il bisogno di qualcosa in più, di qualcosa che non so. E no, non ho bisogno di te, Ambrogio!
Molte domande e nessuna risposta, tante risposte e nessuna domanda. What a mess! E ripensi al passato, prendi atto del presente e fantastichi sul futuro. Sì, il futuro. "Dove ti vedi tra 20 anni?". Rimbomba nella mia mente la voce di mia nonna: "E tu non ce l'hai la ragazza?" e la mia solita risposta "Per adesso devo solo studiare, non ho tempo". E penso a chi per lo studio e la carriera si è precluso il resto, deprimendomi. Se fossi davvero artefice del mio destino, di certo non avrei bisogno di riflettere: avrei già tutto quello che voglio, a portata di mano. E invece aspetto un sms, una mail, un vaffanculo, qualcosa che mi faccia capire che ho il mio posto nel mondo. Hai perfino inviato messaggi a destra e a manca per Natale e Capodanno, per giustificare a te stesso quell'unico sms. E lui non s'è degnato neanche di rispondere un "anche a te", ma t'ha fatto sentire inadeguato. Fanculo!? Se, magari.
Apri skype e ti scrive il mondo, ma non l'unica persona che vorresti. Alanis direbbe che tutto ciò è ironico, io dico che tutto ciò è una merda. E non ho parlato degli altri! Quegli altri che hanno tutto quello che vorresti tu e l'hanno pure avuto senza problema alcuno (apparentemente). L'odio.
Le luci di Natale, in giro per le strade della città, mi mettono allegria. Non c'è niente di più bello che girare per le strade della città, guardando le vetrine addobbate a festa, vedere la gente con pacchi e pacchetti, comprare cazzate, solo per avere anche tu dei sacchetti e sentirti positivamente e festivamente consumista. Poi arriva l'epifania che tutte le feste porta via, e la magia svanisce. Non mi resta che sperare nella neve. Sogno pupazzi con bottoni per occhi e angeli.
Spesso mi trovo troppo romantico, ai limiti della sopportazione umana. Ma gli altri non lo capiscono, secondo me.
Non so cosa darei per sentire i pensieri degli altri: tutto sarebbe molto semplice. In alternativa, mi accontenterei di essere invisibile per poter spiare i tuoi discorsi con gli amici. L'anno prossimo scrivo a Babbo Natale!
Chissà come sarebbe la mia vita, se quel 9 Marzo non avessi preso l'aereo?
Meglio non pensarci e far finire il post qui.