giovedì 5 gennaio 2012

Let's do it again.

A volte mi sveglio.
Mi sveglio come se avessi dormito, o meglio, come se avessi vissuto la vita di un altro. Nella vita di tutti i giorni mi capita di non riflettere, di non pormi quelle domande ataviche tipo "chi sono?" "da dove vengo?" "dove vado?". Poi la realtà mi riporta con i piedi per terra e mi rendo conto che ho bisogno di pormi delle domande: quali sono le mie priorità? cosa voglio? dove sto andando a parare?
Oggi è molto semplice monitorare la gente. E pensare che c'è chi si ostina a pedinare e fare appostamenti! Basta andare su Facebook (niente di nuovo) e scorrere la bacheca di questa o quella persona: vedi le amicizie recenti, le foto, i post, fai 2+2 e tiri le somme. Improvvisamente, la presunzione di essere il centro dell'universo non sembra così sensata. E allora la realtà ti sbatte la porta in faccia. Non sei tu l'artefice del tuo destino, non completamente, per lo meno. Non sei tu a prendere alcune delle decisioni più importanti della tua esistenza, le prendono altri per te. È inutile fingere di avere tutto sotto controllo, quando, chiaramente, non è mai stato così. E ti fai assalire dalla nostalgia di quei tempi in cui tutto sembrava facile. Troppo facile. Talmente facile che hai mandato tutto per aria. E adesso piangi lacrime di coccodrillo, perché non hai quello che (forse) avresti potuto avere: un'altra vita, una di quelle felici (forse).
Accedi a skype, a questo o quel sito, sperando di vedere una notifica, un messaggio, una menzione; e invece il nulla. E ti chiedi perché. Perché non sei quello che gli altri vogliono, perché non fai al caso loro, perché sempre la solita storia, quella del "sì, mi piaci, ma lui mi piace di più". E sei patetico, ti fai schifo da solo e non vorresti sentirti così, ma essere forte come ti disegni. Puoi far finta di niente e andare avanti, dopotutto "quando si chiude una porta, si apre un portone", giusto? SBAGLIATO! Credo proprio che gli antichi (come li chiama mia nonna) siano stati dei veri burloni e che abbiano inventato i proverbi solo per farsi delle grasse risate a spese dei creduloni che avrebbero abboccato a queste frasi massime da biscottino della fortuna. Che biricchini!
Alla fine chi vuol essere dipendente da qualcuno o qualcosa? Non io.
Eppure. Eppure sento il bisogno di qualcosa in più, di qualcosa che non so. E no, non ho bisogno di te, Ambrogio!
Molte domande e nessuna risposta, tante risposte e nessuna domanda. What a mess! E ripensi al passato, prendi atto del presente e fantastichi sul futuro. Sì, il futuro. "Dove ti vedi tra 20 anni?". Rimbomba nella mia mente la voce di mia nonna: "E tu non ce l'hai la ragazza?" e la mia solita risposta "Per adesso devo solo studiare, non ho tempo". E penso a chi per lo studio e la carriera si è precluso il resto, deprimendomi. Se fossi davvero artefice del mio destino, di certo non avrei bisogno di riflettere: avrei già tutto quello che voglio, a portata di mano. E invece aspetto un sms, una mail, un vaffanculo, qualcosa che mi faccia capire che ho il mio posto nel mondo. Hai perfino inviato messaggi a destra e a manca per Natale e Capodanno, per giustificare a te stesso quell'unico sms. E lui non s'è degnato neanche di rispondere un "anche a te", ma t'ha fatto sentire inadeguato. Fanculo!? Se, magari.
Apri skype e ti scrive il mondo, ma non l'unica persona che vorresti. Alanis direbbe che tutto ciò è ironico, io dico che tutto ciò è una merda. E non ho parlato degli altri! Quegli altri che hanno tutto quello che vorresti tu e l'hanno pure avuto senza problema alcuno (apparentemente). L'odio.
Le luci di Natale, in giro per le strade della città, mi mettono allegria. Non c'è niente di più bello che girare per le strade della città, guardando le vetrine addobbate a festa, vedere la gente con pacchi e pacchetti, comprare cazzate, solo per avere anche tu dei sacchetti e sentirti positivamente e festivamente consumista. Poi arriva l'epifania che tutte le feste porta via, e la magia svanisce. Non mi resta che sperare nella neve. Sogno pupazzi con bottoni per occhi e angeli.
Spesso mi trovo troppo romantico, ai limiti della sopportazione umana. Ma gli altri non lo capiscono, secondo me.
Non so cosa darei per sentire i pensieri degli altri: tutto sarebbe molto semplice. In alternativa, mi accontenterei di essere invisibile per poter spiare i tuoi discorsi con gli amici. L'anno prossimo scrivo a Babbo Natale!
Chissà come sarebbe la mia vita, se quel 9 Marzo non avessi preso l'aereo?
Meglio non pensarci e far finire il post qui.

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