domenica 6 gennaio 2013

La necessità di chiamarli meggins.

Ogni volta che torno Ragusa mi trovo a riflettere sul cambiamento. È il 2013 e molte (forse troppe) cose sono cambiate, dalla famiglia alla mia vita. Cinque anni fa ero ancora un liceale intrappolato in una città troppo piccola ed adesso sono uno studente universitario con uno sguardo verso l'ester(n)o. Le mie riflessioni natalizie si riassumono in un'autocitazione "alla mia età ho la presunzione di avere il mondo ai miei piedi". Io, il problem solver, il ragazzo con velleità da crocerossina.
La cosa più fastidiosa è non riuscire a trovare una soluzione a tutto ed una risposta a qualsiasi domanda. Ultimamente mi guardo in giro: vedo superficialità e paura. Perché non riusciamo ad andare oltre o ad ascoltare il nostro cervello? Camminare per la strada, sognando di indossare un poncho e capire che la sola differenza tra lei e me, è che io seguo la testa, lei il cuore. "Credi in te, ascolta il tuo cuore". Perché è così difficile buttarsi a capofitto in una storia e viverla come viene? Perché dall'altra parte si trova un muro, e quando non c'è, lo costruiamo noi (leggi: lo costruisco io)? Confusione e timore. Forse.
Un sabato sera a Modica. La gente mi guarda. Sono forse un alieno? È vero, forse non tutti avranno due piercing sul collo, forse non tutti passano la serata a tradurre i nomi dei gruppi d'oltremare. Perché quella che è stata casa mia, per 19 anni, adesso mi sembra Marte? Vedo la gente di cattiv'occhio, con pregiudizio. Di solito non sono così. Di solito cerco di conoscere una persona prima di dare un giudizio. When in Rome... Eppure è quella cultura che mi ha forgiato, insieme ad una multiculturalità ed un plurilinguismo familiare.
Voglio andare via. Quante volte al giorno me lo dico? Ed adesso che ho avuto la benedizione di chi di dovere, la cosa potrebbe essere realtà. Ma a quale prezzo? "Ti farà soffrire!". Può darsi, non sarebbe né la prima né l'ultima. Ha una sua vita, io una mia.
Non avevo ancora notato che quando è arrabbiato sbatte la gamba come ho visto fare tante volte a mio padre e a mio nonno. È una cosa carina. Chissà se se ne rende conto. "Si vede che sei cotto". Chi, io?
"Le cose andavano meglio quando c'era tuo nonno, la metteva in riga!" Non mi piace pensare a chi non c'è più, è una cosa che mi mette tristezza. La vita è come la pasta al forno: la mangio sempre troppo di fretta ed in un attimo è finita. Eppure mi manca. Troppe lacrime versate durante questo Natale. Di tristezza, di stress, di gioia. A volte fa bene piangere, le lacrime sono il diuretico della mia anima.
Prima di partire ho letto un articolo nel quale si diceva che, se vivi fuori e torni a casa per le vacanze, le persone del tuo passato ritornano. Poteva anche dirmi qualcosa che non so. Quando si tratta di rapporti interpersonali, il passato è passato. Perché ripassarlo?
Mille cose da fare, zero voglia. Mille cose da dire, nessuno a chi volerle dire veramente. È questa la vita in fondo? Indecisione? Chissà cosa ne pensava ogni singolo filosofo, in realtà. Studiando Kirkegaard, Anassagora e Comte, l'idea che fossero solo dei fattoni non sembrava così inverosimile. Loro erano uomini, io sono un uomo. Li capisco. Dicono che Einstein non volle mai ammettere che l'universo avesse una data di scadenza. Riesci a biasimarlo? Se sì, pensa solo che gli scienziati stanno studiando il modo di renderci immortali. Unisci i punti per formare la figura.
Chi non scopa a Capodanno, non scopa tutto l'anno. Io ho vomitato. 2013 bulimico? Ho comprato una sciarpa simile ad una che avevo già e mi trovo a riflettere: in fondo la mia vita è così, perché prendo un doppione, dimenticando l'originale? "Il passato è passato." Ah, vero!
Ho perso l'ispirazione. Per la tesi, per questo blog, per le decisioni importanti. O forse la mia è solo pigrizia? Una volta ho letto che Bill Gates predilige le persone pigre, perché più ricche d'inventiva. L'accidia come vanto. Ma chi ha il coraggio di negare che stare a letto, invece di alzarsi, sia una cosa meravigliosa?
...
Sono le 13.02, alza il culo e vai a cucinare!

a Giacomo.

1 commento:

  1. Benvenuto nel club dei ventenni depressi:)secondo me è perchè è inziato un nuovo anno e si sente la neccessità di "tirare le somme" dell'anno trascorso e di fare propositi per quello nuovo. Anche io nelle decisioni "importanti" alla fine non trovo mai una soluzione in quanto evito di pensarci, o meglio mi sforzo di non pensarci. Sarà forse per pigrizia come dici tu, anche se io penso sia per una sorta di autodifesa ossia " meglio evitare o postporre il problema anzichè affrontarlo!" Ho la tendenza pure io ad essere il problem solver della situazione, peccato che amo risolvere quelli altrui mentre spero sempre che i miei si risolvano da soli :(
    p.s. non abbandonare questo blog
    p.p.s. grazie per la dedica :D

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